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Sfruttare il potenziale della ferrovia

Pubblicato il 14.09.2023 | Aggiornato il 09.10.2023 | da Urs Häfliger

In Svizzera, la ferrovia è diventata la modalità di trasporto merci preferita rispetto alla strada. Ma sono state esaurite tutte le possibilità? Diversi sviluppi dimostrano il contrario.

Nevomo passenger magrail

Le ferrovie a rotaia hanno dei limiti fisici. Il materiale rotabile e la ferrovia si toccano e quindi l'accelerazione si ferma a un certo punto. In termini concreti, ciò significa che a un certo punto non è più possibile andare più veloci.

Ufficialmente, il TGV (Train Grand Vitesse) francese è ancora il treno su ferrovia più veloce. I favolosi 574,8 km/h sono stati raggiunti il 3 aprile 2007, scrive tra l'altro Wikipedia. Ma può andare ancora più veloce.

Senza attrito su strada

E se l'attrito potesse essere ridotto? Lo dimostrano i treni a levitazione magnetica. In parole povere, i magneti della ferrovia e del treno si respingono l'un l'altro in modo che il treno galleggi. Il JR-Maglev MLX01 giapponese ha raggiunto circa 581 km/h in un test del 2003. Lo Shinkansen L0 ha superato i 600 km/h nel 2015.

Ma la tecnologia si sta diffondendo solo con esitazione. La Germania ci ha provato una volta, il Giappone sta effettuando dei test in vista del futuro(nel 2037 la tratta Tokyo-Osaka dovrà essere percorsa in meno di 70 minuti, quindi più velocemente di un aereo), la Corea del Sud e la Cina hanno già delle ferrovie individuali in funzione. Tutti hanno una caratteristica in comune, che significa anche che la tecnologia è lenta ad affermarsi: I treni Maglev hanno bisogno di molta elettricità e di un'infrastruttura speciale.

Una via di mezzo testata con successo

Sarebbe più efficiente se l'infrastruttura esistente potesse essere utilizzata con meno energia e senza attriti. L'azienda polacca Nevomo ha recentemente dimostrato che questo funziona, almeno in parte. La rete ferroviaria esistente viene integrata con uno statore (immobile, genera un campo magnetico) in modo che il motore lineare del treno venga "spinto via". Costo: circa 5 milioni di euro al chilometro solo per lo statore, scrive"Golem".

Sforzi locali

In Svizzera, FFS Cargo sta studiando nuove varianti oltre a un orario ridotto. Secondo il"Baublatt", ci sono idee per i cosiddetti hyperloop (treni in tubi a vuoto) o per il sistema"Cargo sous terrain".

Forse anche le idee di altri ci ispireranno.